2 gennaio 2005 17° 51' N Vento Mare Velocità Velatura
XI° giorno di navigazione 047° 05' W 2 NE 1 3 Kn spi + randa
Tutta la notte a motore. Il mare è perfettamente liscio e non c’è un alito di vento. La notte prima del sorgere della luna è veramente un lago di inchiostro nero.
Potrebbe esserci davanti l’Everest, e ci finiresti contro perché sarebbe impossibile vederlo. Dopo il sorgere della luna tutto diventa d’argento e la nostra barca galleggia in un lago di mercurio. Avanziamo lentamente a motore, e, a sorpresa, di poppa vediamo una tenue lucina. E’ una barca olandese partita dalle Canarie e diretta alla Martinica. Sono molto contenti di sentirci via VHF, siamo la prima barca che incontrano, come noi, del resto. Pian piano ci passano davanti e all’alba sono praticamente invisibili davanti a noi.





Durante la mattinata salgo in testa d’albero e riapro l’antenna, ora possiamo provare i QSO con qualche chance in più. Avvistata la barca degli olandesi con rilb 225° vedremo chi è più veloce. Credo, nessuno, perché il vento langue. E’ arrivata via radio la notizia della morte dell’uccello di Cristiano, e ne siamo tutti dispiaciuti, era ormai la mascotte di tutte le barche di questo mezzo atlantico. Stamattina abbiamo fatto il bagno con la cima di traino. Ci voleva, con tutto il mare che abbiamo intorno, continuiamo a lavarci con i secchi. Solo ora che la barca è ferma possiamo giocare a tuffarci. Rimane sempre l’apprensione di avere la barca sotto spi, qualsiasi cosa accada non può girarsi e tornare indietro. Questo ci fa stringere ancora di più le nostre cime di sicurezza. Cerchiamo di distrarci facendo varie cose, utili e non, pur di non pensare alla bonaccia che ci tiene inchiodati in questo punto. Il mare è liscio, praticamente senza onda né increspature superficiali, e per questo prende un colore grigio slavato abbastanza deprimente.

Accendiamo un po’ il motore per cercare di uscire da questo posto e lentamente con le vele flosce e sbatacchianti scivoliamo su questa melassa torrida. Sopra di noi il cielo è di color azzurro svogliato, quell’ azzurro slavato che compare in quelle giornate in cui neanche il cielo è convinto di quello che sta facendo. Intorno invece siamo circondati da cumuli torreggianti neri neri. Sotto di essi si vedono benissimo i piovaschi che cadono, esattamente come se fossero delle cabine per la doccia. Sono tutte intorno a noi, ma qui niente. Scoppiamo dal caldo e una doccia di acqua dolce sarebbe veramente gradita.

Per passare il tempo butto in acqua la lenza, con scarsa convinzione lo ammetto, e con mia grande sorpresa, dopo mezz’ora il winch a cui l’ho attaccata comincia a girare. E’ un tonnetto di circa un chilo, e con grande soddisfazione ci facciamo le foto a vicenda con in mano la nostra preda. Finiti i rituali da pescatori, mi sono inventato sushi-man, e ho preparato dei bocconcini di sashimi di tonno per tutti. Inutile dire che il piatto non è durato più di qualche secondo.
Nel pomeriggio ci siamo dedicati generalmente all’ ozio, fino a quando il motore si è improvvisamente spento. All’inizio pensavamo di essere rimasti senza gasolio, e per riempire il serbatoio con le taniche, abbiamo scoperto che una si era bucata liberando il suo contenuto nel gavone e da lì, nelle sentine. Così non solo abbiamo perso una quantità considerevole di gasolio, ma anche che adesso abbiamo una barca particolarmente maleodorante.
Comunque al momento di rimetterlo in moto, il motore si rifiuta di partire. Allora il problema non era la mancanza di carburante! Smontiamo pezzo a pezzo il circuito di alimentazione del carburante. Ma è tutto a posto. L’interno della cabina è un caos, paglioli sollevati, tutti gli accessi al motore aperti, ferri in giro ovunque, e quattro persone sporche di grasso e gasolio che smontano e rimontano il buck 3 cilindri della barca.
Alla fine il guasto viene individuato nel solenoide per l’arresto elettrico del motore. Eliminato il pezzo (tanto a che serve?), il motore è trionfalmente partito.
In realtà durante la notte ha dato altri problemi, perdita di potenza e spegnimento. Altro lavoro in più per il cantiere che alla Antille dovrà rimettere la barca in sesto. Per il momento l’ importante è che funzioni quel tanto che basta per le manovre in porto e per caricare le batterie.