1° gennaio 2005 17° 31' N Vento Mare Velocità Velatura
X° giorno di navigazione 043° 40' W 20 ESE 4 8 Kn randa + genoa/trinchetta
Primo gennaio, buon anno !

Risveglio lento stamani, tutta la notte siamo stati sotto genoa ma con velocità tra i 6 e i 7 nodi. Solo con il genoa la barca rolla un po’ di più, ma il pilotino la tiene tranquillamente e non siamo troppo invelati nel caso un groppo ci salti addosso. Ora abbiamo issato anche tutta la randa e la barca corre a 8 nodi, con punte di oltre 9 quando scivola giù dalle onde grosse che stanno cominciando a riformarsi.

La vita a bordo scorre serena e ognuno si dedica alle proprie attività. Io scrivo, timono e guardo questa incredibile superficie che ci circonda, Massimo e Claudio leggono e sonnecchiano, mentre Franco ha intortato il Mario con il suo ragno. Quella del ragno va raccontata perché sta seminando sgomento dell’equipaggio da qualche giorno.
Eravamo in un momento in cui stavamo facendo una qualche manovra a prua, probabilmente ammainando uno yankee. Come ben si può immaginare , la prua di una barca, soprattutto se è in navigazione oceanica non è certo un posto comodo dove stare. Da un lato salta un mucchio, e quindi qualsiasi cosa tu stia facendo, la devi fare solo con una mano perché l’altra, la usi per tenerti saldamente. Dall’altro lato ci sono le onde che frangono in coperta, soprattutto se stai manovrando e quindi vai di bolina. Quindi quando sei in prua per le manovre vieni ballonzolato a destra e a manca, mentre le onde ti infradiciano dalla testa ai piedi.
Orbene, in questa situazione devi tirare giù una vela, piegarla e metterla nel sacco. Chiaramente se lo fai è perché il vento è troppo forte, e quindi la barca sbanda e balla ancora di più. Stavamo lavorando per compiere questo nostro dovere, quando compare il Sacchi con un gomitolo gordiano di sagolini, cimette, spaghi ed elastici dicendo che quello ci avrebbe cambiato la vita . L’ idea non è stupida, si tratta di una specie di rete a maglie grosse che viene montata sull’estradosso di una vela di prua mentre è cazzata, e serve per raccoglierla in barca più facilmente . il fatto che questo ragno è sperimentale e non ancora finito, e quindi quello che abbiamo montato era veamente caotico. Ci abbiamo messo due ore, dopodiché avevamo un groppo di corde non ben definito teso sopra la murata di sinistra. E’ rimasto lì per poco, poi è stato piegato e lasciato sul balcone di prua con la pseranza che qualche onda se lo portasse via. Ma lui nienete, stava lì e dava fastidio perché si aggrovigliava nell’albero o nella drizze. Devo dire che nei tre o quattro giorni che ha soggiornato a prua, si è dimostrato particolarmente maligno. E oggi Franco ha preso il Mario, e insieme si sono messi a tessere reti. Vedremo cosa ne uscirà
Nel frattempo altri esseri maligni stanno rifacendo la loro comparsa, sono tornati gli scarafaggi. Non sono ancora molti, ma si stanno dimostrando audaci e li vedi camminare allegramente per la barca. Oggi prepareremo altri pranzetti all’acido borico, nella speranza che sortiscano un buon effetto. Altrimenti dovremo fare come quel conoscente di Moitessier, che come unico metodo efficace per eliminare gli scarafaggi, ha trovato quello di affondare la barca e lasciarla immersa per tre giorni.

Oggi è anche il giorno di mezza strada. Infatti abbiamo superato il punto in cui le miglia fatte sono di più di quelle ancora da fare. E questo è bene perché le scorte di acqua dolce non sono infinite. Al momento della partenza avevamo 130 litri di acqua in bottiglia più 300 litri nei serbatoi della barca. Ora, visto che le scorte di acqua buona sono state usate per più di metà, abbiamo cominciato a riempire bottiglie con l’acqua dei serbatoi in modo da compensarne il consumo. Tanto poi vengono aggiunti i sali integratori, e non è poi così forte la differenza di sapore.

Sono ormai 10 giorni che navighiamo, e l’unica presenza umana che abbiamo visto è stata una nave mercantile lontana alla seconda o terza notte. Non è che non ci sia nessuno, al contrario c’è una piccola flottiglia di barche di tutte le nazionalità che stanno traversando, ma il mare è così grande, così immenso, che comunque sei solo. Se poi fai come noi, che per risparmiare corrente corriamo nella notte senza luci di via, allora le possibilità di essere visto da altre imbarcazioni si riducono ulteriormente. E’ così grande qui fuori che non si può immaginarlo senza vederlo. Lo sguardo si perde lungo le onde che si perdono all’orizzonte in tutte le direzioni, simili ma diverse. Infatti non ci sono due onde uguali, ognuna ha qualche cosa che la rende differente dalle sorelle. E la barca è così al centro di un deserto le cui dune sono sostituite dalle grandi masse liquide.
A volte l’ impressione è che la barca sia ferma. E che sia l’oceano, e con esso il pianeta intero, che scorre verso est, come se fosse un fiume enorme. In fondo, visto che stiamo navigando verso ovest, non è poi così sbagliato il concetto.
Quando sono partito mi aspettavo di vedere più forme di vita, soprattutto uccelli. A Capo Verde non ci sono praticamente volatili, forse li mangiano ? Comunque è la prima volta che in un posto di mare non trovo gabbiani. I primi uccelli li ho visti sulla scogliera nell’isola di Santo Antao, dove ci siamo fermati a fare il bagno.Poi più nulla.

Un paio di volte un uccello, non meglio definito, ha sorvolato la barca, ci ha fatto un paio di giri intorno, e ha ripreso la propria rotta. Ma niente di più. Invece a Cristiano, una delle barche che è davanti a noi, è capitata una sorte diversa. Qualche giorno fa gli è atterrato in barca un airone e da allora non se ne è più andato. All’inizio stava in coperta e si mangiava i pesci volanti che vi atterravano. Poi ha preso confidenza, è entrato in cabina, e ha preso possesso della cuccetta di prua. All’inizio per radio si era dibattuto se il suo destino fosse lo status di clandestino, o la pentola. C’è stata una specie di sollevazione popolare, e quindi “Nando” è diventato membro ufficiale di tayo. Solo a Capodanno ha rischiato, anche se solo per scherzo, quando nei vari menu che ci siamo scambiati, da Cristiano è arrivato un “uccello con patate”. Il povero ragazzo si è visto travolgere da uno tsunami di insulti da parte di Francesca su Lucignolo e Silvia su Mago Merlino, che lo hanno accusato di tutto, compresi i crimini contro l’umanità, a questo punto è sicuro che Nando vedrà le coste di Tobago, si tratta solo di scoprire se preferirà volare via libero, o se riterrà una scelta migliore continuare a vivere a bordo e nutrirsi di tutti i pesci che Cristiano vorrebbe come esca.